Descrizione
Lettera aperta del Sindaco Dario Allevi
A proposito di centri antiviolenza e delle false accuse al Comune di Monza
"Non sono intervenuto finora sulla polemica scatenata sui centri antiviolenza per Rispetto.
Il rispetto profondo che nutro verso le donne e verso le operatrici e gli operatori che lavorano in questo settore così delicato, un sentimento questo che mi auguravo fosse patrimonio di tutti capace di lasciare off-limits qualsiasi strumentalizzazione politica.
Invece mi trovo costretto a scendere in campo per smontare le fake news costruite ad arte su questa vicenda e per fare chiarezza. Tutto nasce da una normativa regionale che dal 2016 richiede ai centri antiviolenza di acquisire il codice fiscale delle utenti, garantendone sempre e comunque l’anonimato per assicurare maggiore trasparenza nella rendicontazione.
Nel tempo tutti gli operatori del territorio lombardo, compresi ovviamente quelli della Brianza che appartengono alla Rete Artemide - di cui il Comune di Monza è capofila - si sono adeguati a questa procedura, non registrando particolari problemi in tema di privacy. Tutti tranne uno, CADOM, che fin dall’inizio si è rifiutato intravedendo il pericolo di una presunta “schedatura” delle donne.
È evidente che un tale atteggiamento perpetuato nel tempo, escluderà automaticamente CADOM dalla Rete, dai progetti e dai finanziamenti che sono risorse regionali al 100% - si badi bene - non comunali, come qualcuno ha voluto far credere.
Non solo: la cosa più grave è che millantare presunte schedature mina profondamente la fiducia delle donne, costruita nel tempo, verso gli sportelli ma anche verso le Istituzioni tutte che compongono la Rete di aiuto e che hanno come unico obiettivo quello di prendersi cura delle donne maltrattate. Per questo motivo, in attesa che CADOM decida se adeguarsi o meno a quanto previsto da Regione Lombardia, abbiamo scelto insieme all’Assessore alle Politiche Sociali Désirée Merlini, di garantire comunque il servizio, riorganizzando le attività con gli altri due centri per tutelare in primis i servizi erogati alle donne in difficoltà.
Da parte nostra stiamo facendo di tutto per non escludere nessuno e per valorizzare le professionalità e il know-how maturato negli anni. Ma non siamo disposti a passare dalla parte del torto e – peggio ancora- ad essere strumentalizzati violentemente da chi la violenza di genere dovrebbe combatterla nel quotidiano"
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Ultimo aggiornamento: 23 maggio 2024, 15:05