Descrizione
È stata presentata a Monza la sezione «Grande Prosa» in programma al Teatro Manzoni per la stagione 2019/2020.
In calendario otto spettacoli in abbonamento con Compagnie di rilevanza nazionale e con artisti e progetti d’eccezione.
Qualità, denominatore comune
«La “Grande Prosa 2019/2020” si presenta particolarmente preziosa per l’importanza dei protagonisti coinvolti, con “big” del teatro come Giulia Lazzarini, Ugo Pagliai, Massimo Dapporto, attori che si muovono tra cinema e teatro come Preziosi o Boni e interessanti incursioni in prosa di artisti provenienti da altri percorsi artistici, come Ale & Franz, commenta il Direttore Artistico Paola Pedrazzini. Ma anche per l’esclusività degli spettacoli: ad esempio gli attesissimi debutti di stagione di “Arsenico e vecchi merletti”, “Romeo & Giulietta. Nati sotto contraria stella”, “Testimone d’accusa”, “Ditegli sempre di sì”, oltre agli spettacoli che vengono da una stagione di grande successo di critica e pubblico. La qualità artistica è il denominatore comune di un’offerta teatrale varia e articolata che propone grandi classici come Eduardo, Testori e Agatha Christie e le interessanti prove di drammaturgia contemporanea di Massini, Niccolini, Muscato e Cerami».
La «Grande Prosa»
La stagione inizierà in novembre con «Van Gogh- L’odore assordante del bianco» interpretato da Alessandro Preziosi che «terrà a battesimo» la «Grande Prosa», proseguirà con «Don Chisciotte» con Alessio Boni, mentre a dicembre è in programma «Arsenico e Vecchi merletti» con Giulia Lazzarini e Anna Maria Guarnieri. Il nuovo anno si aprirà all’insegna della nuova drammaturgia con «Romeo & Giulietta. Nati sotto contraria stella» con Ale & Franz e proseguirà con «Un borghese piccolo piccolo» di Cerami interpretato da Massimo Dapporto.
A marzo è in programma «Testimone d’accusa», con Ugo Pagliai e Violante Placido. A seguire «I promessi sposi alla prova» di Testori, diretto da Andrée Ruth Shammah e per finire «Ditegli sempre di sì», nuova produzione della compagnia di Luca De Filippo.
Un patrimonio culturale
«La Stagione del Teatro comunale è il termometro dello stato di salute della cultura in città, spiega il Sindaco Dario Allevi. La forte attrazione esercitata dal Manzoni su grandi artisti e compagnie teatrali che arrivano da noi chiamati a lavorare in assoluta autonomia e indipendenza, sia dal punto di vista artistico che progettuale, è la prova di uno straordinario dinamismo culturale. Come lo è il pubblico appassionato e competente, sempre alla ricerca di stimoli nuovi. Per questo il Teatro Manzoni, come la Reggia o il Duomo è un patrimonio culturale della città di cui i monzesi dovrebbero andare orgogliosi».
Il teatro come servizio pubblico
«Il teatro svolge un’importantissima funzione pubblica, dichiara l’Assessore alla Cultura Massimiliano Longo. È un servizio di cui la città deve poter godere, anche per la propria crescita e il proprio sviluppo sociale. E, in questo senso, il Manzoni è un punto di riferimento, sempre alla ricerca di un percorso culturale difficile, ma ambizioso: quello che unisce la qualità della proposta culturale, sempre più alta, all’accessibilità, cioè a un’offerta di produzioni e linguaggi differenti alla portata di tutti. E su questo equilibro, anche quest’anno, è stata costruita la stagione di prosa».
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Ultimo aggiornamento: 23 maggio 2024, 15:05