Descrizione
Facilitare e rendere più convenienti gli interventi di rigenerazione urbana nelle aree dismesse e di recupero edilizio degli edifici degradati. È questo l’obiettivo dei due procedimenti di «consultazione» preventiva approvati dalla Giunta di martedì sulla base della Legge regionale n. 18 del 26 novembre 2019.
Il patrimonio esistente come leva di sviluppo. «Con la legge sulla rigenerazione urbana - spiega l’Assessore alle Politiche del Territorio Martina Sassoli – aggiungiamo un altro importante tassello alle nostre politiche di recupero del patrimonio edilizio dismesso. E ciò grazie a una serie di incentivi e di misure ad hoc, volute da Regione Lombardia, come i bonus volumetrici fino al 20% e il taglio dei tempi. Su questo aspetto, in particolare, come Comune già nel 2018 abbiamo istituito un team di supporto tecnico che seguirà tutto l’iter delle pratiche che aderiscono alla D.C.C. n. 45/2018. Si tratta di uno strumento normativo capace di mettere insieme la lotta al consumo di suolo e le esigenze degli operatori del settore edilizio in un'ottica di sviluppo sostenibile in grado di tutelate il territorio e creare ricchezza e lavoro. Un’esigenza ancora più importante in questa fase di ripartenza dopo l’emergenza Covid. Monza negli ultimi anni è stata capace di attirare l’interesse da parte di cittadini provenienti dal resto d’Italia e in particolare da Milano: nel 2019 i trasferimenti dal capoluogo lombardo sono più che raddoppiati rispetto al 2010, passando da 249 a 639 (+157%). Una tendenza confermata durante l’emergenza sanitaria. Questo significa che il nostro disegno di città all’insegna della qualità della vita, dei servizi e dell’edilizia sostenibile funziona e l’ha resa ancora più attrattiva».
Rigenerazione urbana e immobili dismessi. Le «consultazioni» previste sono due. La prima riguarda la raccolta di proposte per individuare gli ambiti della rigenerazione urbana e territoriale, ai sensi dell'art. 8bis della Legge Regionale n. 12/2005, mentre la seconda è relativa alla segnalazione da parte dei proprietari di aree e immobili dismessi con criticità ai sensi dell'art. 40bis. Gli immobili possono avere qualsiasi destinazione d’uso (residenziale, produttiva, direzionale, commerciale), ma devono essere dismessi da oltre cinque anni. Inoltre devono avere problemi di sicurezza idraulica o strutturali, presentare uno stato di degrado ambientale e urbanistico o causare rischi in termini di inquinamento o di salute.
Recupero e performance energetica. «Questa iniziativa – conclude l’Assessore – si affianca a quelle già messe in atto da questa Amministrazione e va nella direzione del rinnovo e del recupero del patrimonio edilizio dismesso, favorendo anche una migliore performance energetica degli edifici. Una misura coerente con il procedimento di revisione del PGT vigente, iniziato a fine 2018, in un’ottica di semplificazione dell’impianto normativo e di promozione degli interventi di riqualificazione e sviluppo del territorio con specifico riferimento al recupero delle aree dismesse che comporterà, in sostanza, il miglioramento delle condizioni degli edifici innanzitutto dal punto di vista energetico e della sicurezza».
Le modalità. I proprietari o loro delegati devono segnalare all’Amministrazione Comunale le loro aree (art. 8bis) o gli immobili dismessi (art. 40bis) compilando i rispettivi «moduli editabili» pubblicati » Qui
La scadenza per presentare le segnalazioni, via pec, è fissata per mercoledì 15 luglio. Le aree segnalate saranno valutate dal Comune al fine della successiva approvazione con delibere di Consiglio Comunale di individuazione degli ambiti di rigenerazione urbana e degli immobili dismessi con criticità.
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Ultimo aggiornamento: 23 maggio 2024, 15:07