Descrizione
E’ stato approvato dalla Giunta il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza: il documento, totalmente aggiornato rispetto alle prescrizioni introdotte dal nuovo PNA, Piano Nazionale Anticorruzione dello scorso novembre 2019 - è preceduto da una sezione introduttiva che illustra il fenomeno e i relativi strumenti di misurazione.
Il Piano rafforza in particolare la correlazione diretta fra misure anticorruzione e performance, aggiunge misure specifiche sull’organizzazione e sui comportamenti ed introduce una nuova metodologia di valutazione del rischio corruttivo.
L’approccio organizzativo
L’Amministrazione ha scelto, fin dall’anno scorso, di adottare un approccio di tipo organizzativo, che incida sui procedimenti e le attività, piuttosto che sui controlli; ciò ha comportato l’introduzione di nuove misure di standardizzazione, trasparenza e governance.
Con il PNA 2019 ANAC stessa ha individuato questa modalità attuativa anche a livello nazionale.
Anticorruzione e Performance individuale
Il Piano, la cui attuazione è in capo al Segretario Generale, Avv. Giuseppina Cruso, prevede che il grado di attuazione delle misure anticorruzione e degli adempimenti di trasparenza concorra alla valutazione dei dipendenti: infatti il mancato raggiungimento degli obiettivi esecutivi anticorruzione e degli standard di servizio sulla trasparenza comporterà una ricaduta concreta in termini di erogazione del trattamento economico accessorio.
Qualità e sostenibilità
“Il nuovo Piano si configura come strumento di presidio della qualità e del miglioramento dei servizi – ha spiegato l’Assessore alla Legalità e alla Digitalizzazione Annamaria Di Oreste - Per questo abbiamo posto un’attenzione particolare alle misure che incidono sulla definizione, modellizzazione e digitalizzazione delle procedure: un modo per attribuire maggiore valore e utilità alle attività anticorruzione al di là dell’obiettivo quotidiano legato all’etica e alla prevenzione dei fenomeni corruttivi”.
La nuova misurazione del rischio
ANAC ha introdotto una nuova metodologia di valutazione del rischio corruttivo di ogni processo, attività e procedimento: anche per il Comune di Monza si è provveduto, pertanto, a declinare nuovi criteri di valutazione e insieme ai dirigenti ad una nuova misurazione del rischio, sostituendo quella di tipo quantitativo con una di tipo qualitativo.
Positività e Criticità
Da un primo test condotto sugli operatori dei processi a più elevato rischio, si rileva un aumento di consapevolezza e attenzione sui temi dell’anticorruzione, che vengono percepiti non più solo come adempimenti che interferiscono sull’attività dell’ente appesantendola, ma come modalità di lavoro, comportamento e tutela.
L’introduzione di “misure di segregazione dei poteri” - volte a limitare la concentrazione di funzioni in capo a responsabili che da anni ricoprono tale incarico presso il medesimo servizio/ufficio - è una delle soluzioni perseguite per sopperire alla difficoltà di attuare la rotazione del personale senza influire sull’efficienza degli uffici, problematicità dovuta al numero limitato di personale tecnico e alla progressiva specializzazione.
Specifici momenti di incontro e formazione, svolti nel quadro delle misure per la formazione anticorruzione, saranno organizzati per aumentare la conoscenza del Codice di Comportamento e la consapevolezza delle conseguenze che alcune condotte possono arrecare all’immagine del Comune.
Cittadini, stakeholders e utenti dei servizi pubblici locali, possono inviare proposte e osservazioni per il miglioramento delle misure di prevenzione previste nel Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza.
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Ultimo aggiornamento: 23 maggio 2024, 15:14