Descrizione
Meno 25% in tre anni: il numero delle «slot machine» a Monza è «crollato» da 572 a 429 in 36 mesi. Così anche la spesa pro-capite che è passata da 823 euro a 238,33 euro. È il bilancio dell’applicazione del Regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie legate al gioco d’azzardo e del progetto «Attenti al Gap», finalizzato alla prevenzione e repressione del gioco patologico.
«Macchinette» off per quindici ore al giorno. Per rispondere a questa emergenza il sindaco Dario Allevi poco più di un anno fa aveva firmato un’ordinanza per limitare l’orario delle «sale slot» che hanno così dovuto spegnere le «macchinette» per ben 15 ore di fila, dalle 23 alle 14: «Una decisione figlia del Regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie legate al gioco d’azzardo, approvato dal Consiglio Comunale il 2 luglio 2018 su forte spinta del Consigliere Anna Maria Martinetti. Un percorso iniziato che, con questi primi risultati, ci conferma di essere sulla strada giusta per combattere una vera e propria piaga sociale com’è quella della ludopatia», spiega il Sindaco.
Meno «slot», meno soldi in fumo. A Monza nei bar e nelle tabaccherie sono presenti le cosiddette «AWP» («Amusement With Prizes») che accettano solo monete, mentre in locali dedicati ci sono le «videolottery» (o «VLT») che accettano anche banconote e consentono giocate e vincite più alte. A fine 2017 sul territorio della nostra città il numero complessivo di «slot» era di 572 (446 «AWP» e 126 «VLT») per una spesa pro - capite di 823 euro. Tre anni dopo la presenza delle macchinette è scesa a 429 (317 «AWP» e 112 «VLT») con una contrazione della spesa pro capite di ben 548 euro (da 823 a 238,33 euro). A Monza sono solo 7 le «videolottery», mentre sono 89 i bar e le tabaccherie in cui sono installate le «macchinette».
«Slot machine», Monza alza un muro. «Questi numeri sono il risultato della nostra lotta senza quartiere alle macchinette: le “slot” sono sempre meno grazie al lavoro di contrasto e di prevenzione fatto in questi anni, spiegano Dario Allevi e l’Assessore al Commercio Massimiliano Longo. In particolare sono state fissate norme rigide per l'apertura delle sale da gioco e definite le cosiddette “aree sensibili”, creando di fatto una vera e propria “no slot zone”. Un’operazione di “bonifica” resa possibile anche grazie all’impegno di alcuni esercenti che per una scelta etica hanno deciso di rinunciare ad un guadagno sicuro».
Una «class action» contro la ludopatia. «Dobbiamo avere la capacità però di fare rete su tutto il territorio per rendere sempre più incisiva la nostra azione, spiega Dario Allevi. L’unico modo, infatti, per prevenire il gioco patologico è portare avanti un’azione comune, una sorta di “class action” contro la ludopatia. Per questo alla prossima Assemblea dei Sindaci il Consigliere Martinetti presenterà al Presidente della Provincia l’esperienza monzese con l’obiettivo di estenderla a tutti i Comuni brianzoli al fine di rendere omogenee le regole e, soprattutto, i divieti».
Controlli e sanzioni. In due anni, nel 2018 e nel 2019, gli agenti del Nucleo Polizia Annonaria e Commerciale hanno effettuato 367 controlli contestando un centinaio di violazioni (per poco meno di 150 mila euro). Sono stati messi i «sigilli» a una quarantina di «macchinette» e, di queste, solo una decina sono state restituite. Ciò è stato reso possibile anche grazie all’adesione al progetto «SMART» («Statistiche, Monitoraggio e Analisi della Raccolta Territoriale del gioco fisico»), il sistema per il monitoraggio delle «slot». Inoltre per due settimane all'anno sono stati predisposti controlli ministeriali congiunti tra Polizia Locale, Agenzia Dogane - Monopoli di Stato e Questura. Il mancato rispetto delle limitazioni d’orario è punito con una sanzione amministrativa di 166 euro.
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Ultimo aggiornamento: 23 maggio 2024, 15:14